Partiamo dall'Islanda in generale. Anche per il 2019 hanno deciso di usare il Söngvakeppnin: due semifinali da 5 canzoni, 2 qualificati per semifinale e un ripescato dalla produzione. Durante la finale, giuria e televoto decidevano i due che sarebbero andati alla superfinale, dove il televoto avrebbe regnato sovrano.
I due nomi più importanti su cui tutti puntavano erano Hera Björk e Friðrik Ómar. Fun fact di quest'anno, due secondi dopo che ho detto alla mia altra metà "ma le canzoni islandesi saranno uscite?" qualcuno ha deciso di fare un super leak e quindi la TV islandese è stata forzata a pubblicarle.
Altre persone importanti di quest'anno: Svala ha scritto una canzone per Þórdís Imsland (nemmeno qualificata per la finale), Richard Micallef dei Firelight (Malta 2014) era uno degli autori per Ívar Daníels. Fatti inutili: quest'ultimo è il catering provider di un mio amico che fa il tour operator per le scuole, la sua specialità è zuppa. (Moving on)
Chiaramente Hera Björk e Friðrik Ómar sono arrivati in finale ad occhi chiusi, dopodiché Friðrik Ómar è riuscito ad arrivare in "superfinal", mentre Hera è rimasta a casa.
Sto facendo tutta sta pappardella sugli altri per dire che non hanno vinto (grazie al Signore), ma hanno vinto i miei preferiti: gli Hatari. Si accenta sulla prima a.
Hatari sono un trio composto da Klemens Hannigan, Matthias Haraldsson e Einar Stefánsson e si definiscono un "gruppo di arte performativa anti-capitalista BDSM techno" e sì li amo alla follia. La canzone è scritta da loro stessi e si intitola "Hatrið mun sigra", che vuol dire "L'odio prevarrà" - e sono d'accordo con loro.
Il momento migliore sarà quando dovrò spiegare a mia madre cosa vuol dire BDSM (anche se la definizione della wiki è perfetta: una varietà di pratiche spesso erotiche che includono bondage, disciplina, dominanza e sottomissione, sadomasochismo e altre dinamiche intrapersonali)
Gli Hatari non sono in giro da molto e hanno all'attivo un EP e due singoli. L'EP è bellissimo e alcuni dei testi sono fantastici, quindi vi consiglio di ascoltarli. Attenzione: uno dei due vocalist urla tanto, quindi non spaventatevi. Ah, anzi, forse avrei dovuto attirare più attenzione al fatto che sono tutti vestiti in rubber/leather. Per noi gays è probabilmente roba di tutti i giorni su Grindr, le anime più pure potrebbero avere qualche shock. See you in Tel Aviv.