martedì 22 novembre 2011

Stockholm i mitt hjärta! (2/3)

Ovvero: una guida su come viaggiare disinformati.
Nelle precedenti puntate: un cretino arriva a Stoccolma, si appioppa ad un poveretto, si strafoga di Cheesecake, vede Gamla Stan di notte e iniziano i guai d’ostello.
Alle 8.50 è partito il delirio (ovvero stavano facendo dei lavori vicino all'ostello e il trapano mi ha svegliato) e quindi per le 9.20 ero di nuovo in Gamla Stan, completamente chiusa, visto che i luoghi più turistici aprivano alle 10.
Quindi mi sono dato alle foto artistiche: il parlamento, le stanze reali - che non sono le vere stanze reali, perché il Re ha deciso millenni fa di trasferirsi a Drottningholm in maniera americana, dove i ricchi vanno nei suburbs - la Storkyrka, altre milioni di cose e via. Ho deciso di andare a Djurgården (dove c'è lo Skansen, in pratica) per fare un po' di visita museale.
Unica visita: il Vasa museet. Ovvero: recuperare una nave del 1600 affondata dopo un giorno o due di navigazione, restaurarla e conservarla, costruirci intorno un museo dove si spiega come è stata tirata su la nave, cosa si fa per sistemarla, come si viveva nel 1600, come si viveva sulla nave e chi fossero gli abitanti della nave. Una cosa che consiglio perché molto carina, se non altro per gli appassionati di Bones e di antropologia forense la figata è anche vedere le ossa dei diversi componenti della nave, la loro ricostruzione facciale e della loro vita e le loro abitudini.
Uscito di lì ho cercato di passeggiare per la zona intorno al Vasa (che è pieno di musei e cosine carine) e ho visto a) il monumento alla catastrofe della nave Estonia (affondata nel 1994, hanno messo i nomi dei morti su pietra) per finire nel cimitero Galärvav e non riuscire a trovare uscita. Credo questo cimitero fosse qualcosa dedicato alla marina, visto che si parlava sempre di ingegneri navali, ma dall'ansia del rimanerci per sempre sono tornato al monumento all'Estonia per poi tornare sul Tram verso il centro e fare del sano shopping in Gamla Stan (sul tram ho ribeccato la controllora dell'andata che mi ha lanciato un'occhiata tipo "ma cosa minchia fai sui mezzi tutto il giorno random?". Non ho visitato Skansen: faceva troppo freddo e avevo bisogno di far colazione, visto che erano ormai le 11.20, però mi riprometto di tornarci estivamente).
In Gamla Stan ho scoperto il paradiso. Espresso House. Per gli amanti del caffè espresso: dimenticatevelo. È peggio di Starbucks. Io però ho provato il loro succo d'arancia e gli smoothie, accoppiati con un carinissimo cupcake al mirtillo con una crema al burro sopra che era la fine del mondo: ne sento ancora il sapore.
Lì ho praticamente buttato la giornata a scrivere cartoline, usare il wifi gratis e riposarmi e scaldarmi un attimo, per poi tornare in ostello per prepararmi per la grandiosa nottata fuori!
Alle 5 è venuto a trovarmi Stefan, conosciuto all'Eurovision. Aperitivo, cena, divertimento, abbiamo parlato di cosa è successo negli ultimi mesi, di cosa stiamo facendo, roba del genere. Appena riaccompagnato in ostello però mi sono reso conto di essere in ritardo per la Schlagernatt.
Ovvero: prendi due italiani, diversi svedesi, un Karaoke, un Vodkabar e delirio.
Per le 22.45 ci siamo beccati in tunnelbana io, Michele e Jeanette - colei che mi ha sopportato nell'ultimo giorno di viaggio - per andare al Gröne Jägaren dove Irini Mihas (la ricorderete tutti perché è un'autrice di canzoni del Melodi, su) presenta il Karaoke e beh. A parte che lei è bravissima a cantare e sarebbe perfetta al Melodi, Michele mi ha iscritto al Karaoke, dove ho cantato Jag ljuger så bra facendo schifo. Ma l'importante è stato: saltellare random per il palco, alzare il pugno al cielo a fine canzone e farsi notare in quanto nerd dello schlager.
Usciti da lì, io prontissimo a tornare in ostello, mi viene spiegato che "la serata non è finita" e tutti al Naglo! Il vodkabar perfetto se ascoltate musica schlager in camera vostra ogni sera e vogliate, per una volta, ascoltarla fuori di lì.
Quindi: fino alle tre tra Bengtzing, Andersson, Nielsen, Clamp e altre Regine dello Schlager, cantando qualsiasi cosa (anche What about my dreams? di Kati Wolf: FANTASTICA) e riuscendo a fare una figura terribile col manager di Saade. Cheffigura barbina!
Abbiamo chiuso la serata con Stad i ljus, poi *qualcuno* che abita in Svezia da anni mi ha messo sulla via sbagliata facendomi arrivare in ostello alle 4.15.
La fauna dell'ostello è aumentata tanto (si moltiplicano per gemmazione probabilmente), tanto che il set di gente che russava è diventato un ensamble da concertistica e tutti si sono messi a far casino dalle 5 del mattino alle 8. Ma io dico: ma non esistono più quelli che dormivano fino a tardi, vedevano con calma la città e cose simili? No?
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