lunedì 25 agosto 2008

We are swedish wolves of the internet

Di recente sono state sollevate molte polemiche riguardo alle attività di The pirate bay, noto sito svedese che permette lo scambio di file attraverso il metodo dei torrent, che è stato messo sotto sequestro da un solerte PM italiano.

L’industria discografica italiana gongola, affermando che per gli scaricatori di materiale illegale è un duro colpo e sragionamenti vari. Per me delirano. Il duro colpo non l’hanno preso i pirati (le vie del download sono infinite, sapete? E tra parentesi gli admin del sito l’hanno reso di nuovo raggiungibile in nemmeno mezza giornata), il duro colpo lo sta prendendo l’Italia. Vi chiederete “oooh, quindi 12p4se è a favore della pirateria?”. Vi rispondiamo che no, non lo siamo, ma la questione è un’altra, ed è molto più grave.

Ma andiamo con ordine.

Un paio di settimane fa un giudice bergamasco ha deciso di bloccare l’accesso dall’Italia a TPB perché “distribuisce materiale protetto da copyright”. Uhm… no. TPB non distribuisce proprio niente, a meno che l’industria discografica non ritenga di avere la proprietà di un file del peso di una manciata di kb che contiene simboli strani. Dubito si riferiscano a ciò. E per dirla tutta qualcuno spieghi a questa gente che con il p2p c’è anche gente che mette a disposizione -udite udite!- cose freeware! Sapete, c’è anche chi scarica Linux o open office, con il p2p è sicuramente più comodo. No, forse è un concetto difficile.

La cosa grave è il principio. Chiudere un sito perché viene usato per cercare materiale protetto da copyright. Bene. Chiudiamo anche google, allora? Chiudiamo tutti i motori di ricerca? Banniamo la parola mp3 dai risultati di ricerca (e quindi questo blog non lo troverete più su gugol. Peccato, mi piace guardare le referrer)? O meglio ancora, tagliamo via internet alla popolazione, ché chissà cosa si trova nei meandri della rete?

L’Italia ha dei precedenti di censura. Provate un po’ ad andare su oikotimes e a seguire i link sui betting odds per l’eurovision dance contest. Vi appare un gioioso paginone con scritto che non potete accedere, eh? Ebbene sì, ci ritengono troppo stupidi da non farci scommettere sui siti che vogliamo. Se sono maggiorenne ho il sacrosanto diritto di scommettere con i MIEI soldi dove diavolo mi pare. Se sono minorenne dovrei avere una famiglia che mi controlla, ma ovviamente è sempre colpa dei videogiochi violenti, a prescindere.

Intanto vorrei anche dare un paio di consigli alla FIMI. Invece di rompere le balle ai cittadini italiani (o anche agli stranieri che vivono -ahiloro!- nel territorio italiano) cercando sotterfugi (e sfanculando la privacy, giusto per essere un tantinello pignoli) per sapere chi scarica e chi no, perché non incanalate le vostre energie e le vostre risorse monetarie in qualcosa di utile e più produttivo? Sapete com’è, l’iva al 20% sui cd mi pare una cosa seria, che andrebbe discussa. Vi pare normale che un cd appena uscito costi 22€? Vi pare normale che comprare lo stesso cd via internet da siti esteri costi di meno, spese di spedizione incluse? E vi pare normale giustificarlo come un prezzo giusto? No che non lo è! Ma suvvia, inseguire i pirati è più divertente.

A proposito della succitata privacy. È stato annunciato che il sito di TPB redirectava gli italiani verso un sito dell'industria discografica. E non al solito sito della guardia di finanza; gli ip venivano schedati e questo costituiva il problema principale con la privacy.
E per me sorge un altro problema: avete mai fatto una ricerca su internet e disperati avete cliccato a caso finendo su un sito di torrent? Ecco, non dico ai più avveduti (però un colpo di distrazione potrebbe capitare, no?), ma chi non ne sa nulla di questa legge, magari, cercando informazioni su qualche famoso finisce schedato dal sito. E poi che gli faranno? Faranno pagare anche loro che non hanno mai scaricato nemmeno un testo GNU da internet?
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