sabato 18 maggio 2013

12p4Se! in Malmö: Cosa resterà (di questo anno 2013).

Mancano circa 7 ore alla finale e 10 e mezza ai risultati, ma volevamo già mettere buttare giù qualche pensiero su questa bellissima esperienza, che finalmente abbiamo vissuto fino alla fine.

La prima cosa che ci resterà sarà sicuramente l'aver ritrovato degli amici: primi fra tutti la redazione del TG sammarinese che ci ha fatto compagnia da Martedì ad oggi e a cui facciamo sempre mille complimenti, perché arrivano sempre preparati e interessati e partecipano con noi alla visione delle prove. Un applauso: in un mondo giornalistico dove solitamente si preferisce fare copia incolla delle press release, vedere delle persone così affiatate sul campo è meraviglioso. Gli altri amici internazionali non sono mancati, ma se dovessimo far la lista delle persone conosciute o delle cose fatte... finiremmo tra due giorni!

La seconda cosa è finalmente avere un'occhiata d'insieme e di persona delle cose. Può sembrare una stupidata, ma vedere le prove ci ha fatto capire con più facilità come funziona la costruzione di un'esibizione - è molto diverso dal guardare le esibizioni su ESC.tv. Abbiamo sempre riportato le cose come stavano e siamo soddisfatti di aver quasi azzeccato tutte le nostre previsioni. Che poi uno dice: ma così il concorso è una noia perché sai già chi passa! Sì, ma finché non sei qui, finché non hai visto tutte le prove... fino alle 22.45 della semifinale non puoi sapere chi passa. In ogni caso abbiamo avuto anche noi le nostre sorprese, ma questo è l'Eurovision.

Di quest'anno rimarranno i cantanti: tutti intonati. Chi più o chi meno interessato al palco, ma bravi: a parte degli esempi che non mi sento di citare, una grande professionalità.

Di quest'anno rimarrà lo spettacolo: una conduttrice naturale al posto di tre persone di plastica, degli sketch divertenti e autoironici, dei momenti musicali extraconcorso davvero importanti ma soprattutto Kleerup, Loreen, Darin, Agnes, Björn&Benny e Avicii, Carola, Sarah Dawn Finer... non ce lo aspettavamo, ma la SVT ha fatto di testa sua e ce l'ha fatta, portando un umorismo più leggero e adatto al concorso, togliendo la patina pesante dei vecchi conduttori che volevano lanciare un messaggio (o addirittura il turismo in uno stato), togliendo tutte quelle moine da cerimonia vecchie e scontate. Prima di arrivare qui ho letto tanti articoli sul concorso che dicevano che l'Eurovision non è mai rimasto uguale, ma solo fedele a se stesso e si è rinnovato e rinnovato e rinnovato rimanendo sempre interessante. Bene: quest'anno è uno di quelli del rinnovamento. Speriamo che i prossimi organizzatori se ne rendano conto.

Di quest'anno rimarranno le serate all'Euroclub, l'uscire alle 2.30 e scoprire di non aver capito l'orario dei pullman, l'uscire alle 4 e farsi offrire un taxi, per poi essere in arena subito il mattino dopo, il ballare senza fine, tra altri mille fan che riprovano le coreografie, ridono, si divertono.

Perché in fondo noi veniamo all'Eurovision anche per questo: per la gente. Perché non interessa se vieni dalla Danimarca, dagli Stati Unito, dal Messico o dal Regno Unito, in questa arena, in questo press centre e in questo euroclub WE ARE ONE.